Trappole

Il deliberato tentativo di indurre l’avversario a commettere un errore è conosciuto con il nome di trappola. Allettiamo l’avversario a giocare una continuazione interessante, o quanto meno naturale, perché ne abbiamo già previsto la confutazione.

L’argomento del giocare sulle trappole è poco considerato nella letteratura scacchistica, che di solito preferisce focalizzarsi sul come non cadere nelle trappole e sul come evitare mosse che abbiano una confutazione non palese. Secondo me, quest’ultimo è un problema leggermente diverso, a cui è dedicato il primo capitolo di questo libro. La maggior parte degli esercizi che abituano lo studente a fare attenzione alle risorse dell’avversario, sviluppano anche l’abilità di riconoscere le trappole. Adesso, invece, ci occupiamo dell’arte di preparare le trappole, che è molto più difficile. Dobbiamo capire non solo la linea di pensiero dell’avversario e che cosa vuole fare, ma al tempo stesso dobbiamo cogliere il punto debole della sua idea, che ovviamente non salta subito agli occhi (altrimenti non ci sarebbero le basi per contare su un errore).

E’ chiaro che tutto ciò è realizzabile solo da giocatori dotati di acuta visione tattica.

Inizierò con un vecchio episodio  di un giocatore di spicco che cade in una trappola tesagli da un dilettante (va detto che all’epoca il primo dei due stava muovendo i suoi primi passi nell’arena internazionale).

Middleton-Rubinstein

   – Germania 1905 –

 

Dopo la mossa che il Nero sta per fare: 24…♜fd8, il pedone dovrà essere difeso con 25.♖hd1.

Quindi la mossa giocata in partita, 24.♖e1!? sembra strana, e avrebbe dovuto mettere in guardia l’avversario. Rubinstein invece non percepì il pericolo e proseguì con il suo piano, che è proprio ciò su cui contava il suo astuto avversario.

24…♜ fd8?
24…b5! è inderogabile, e se
25.a4, allora 25…♜ b8 seguita da …♜ b6, oppure 25…c4!?
25.♘xe6 ♚xe6
26. f4!
Ecco che si svela l’idea dietro la “misteriosa” mossa di torre: non si può fare 26….exf
27.♗c4# perchè il cavallo è inchiodato !

Per indurre l’avversario a sbagliare, spesso ci vuole un’esca: una facile (e a prima vista gratuita) opportunità di ottenere un vantaggio materiale o posizionale.

Collegamenti utili

http://bit.ly/3ucZsPg

 

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