In questo articolo intendo chiarire alcuni aspetti positivi e negativi della pratica sportiva agonistica, anche se questa che vado facendo, può sembrare una interpretazione semplicistica e riduttiva di un fenomeno sociale che sta prendendo sempre più piede: il gioco degli scacchi su Internet.
Credo che studiare il gioco sulla tradizionale scacchiera di legno sia sempre la cosa migliore, ma resta il fatto che il gioco su internet è in ascesa progressiva già da molto tempo.
I vantaggi di giocare a scacchi
Gli scacchi fanno bene al cervello, temprano il carattere e possono insegnare molte cose: disciplina, pazienza e fiducia nelle proprie capacità.
Aiutano anche ad essere più concentrati, creativi … Aiutano a ragionare in modo strategico.
Offrono certamente la possibilità di vedere rispecchiati i propri aspetti positivi e i propri aspetti negativi, caratteriali e logici, nell’ approccio personale applicato alla soluzione dei problemi.
Il rovescio della medaglia
Comunque sappiamo che la competizione sportiva, può anche essere fonte di disagio, di frustrazione e di avvilimento, quando non si vedono risultati positivi…e nel gioco degli scacchi capita di sottoporsi ad un grado di stress mentale notevole….prima e durante la gara.
Lo scollamento dalla realtà può essere un pericolo devastante per chi vive male l’esperienza dell’ agonismo sportivo.
Perció si raccomanda sempre di studiare, studiare e studiare prima di giocare a certi livelli agonistici !!
Ricordiamo a chi osserva esternamente i giocatori di scacchi, che bisogna dare loro il tempo di approfondire, di elaborare, di maturare le proprie capacità e le proprie conoscenze….non bisogna pretendere come se fosse scontato, che un giocatore giovane debba vincere tutte le volte.
COSA È IMPORTANTE
Un buon maestro sa che ciò che è importante è la crescita lenta e costante …
COSA NON È IMPORTANTE
La valutazione che può in ogni momento essere fatta, da parte degli osservatori più esperti, del potenziale intellettivo, creativo, psicologico e caratteriale del giocatore/trice, poiché di per sé questa come valutazione può essere poco equilibrata e anche poco obiettiva… e fuorviante.
È importante invece vedere come il giocatore/trice acquisisce e fa maturare le proprie conoscenze e le proprie abilità durante il processo del problem solving.
Il buon maestro sa che deve incoraggiare,
mai e poi mai deve avvilire.
Deve fare crescere la piantina della conoscenza e innaffiare senza sosta …
IL MONDO DI OGGI
In un mondo fatto di poche regole impartite ai più giovani e di tanto permissivismo, in un tempo durante il quale la tecnologia e i mass media, i social e internet in generale, fanno la parte dei padroni, un ragazzo può pensare anche che delle sue competenze e della sua crescita personale non importi poi nulla agli adulti.
Un giovane può pensare anche,
manifestando una sensazione crescente di disagio, di essere isolato, di essere di troppo e addirittura di non essere degno di considerazione né di attenzione, di non essere considerato come un essere (abbastanza) intelligente, creativo e sensibile.
Le sensazioni di vergogna e di inadeguatezza portano facilmente all’auto isolamento.
La frustrazione di chi viene bocciato a scuola o di chi non raggiunge mai traguardi di rilievo, può essere un dolore lancinante, molto pericoloso perché durante la infanzia prima e durante la adolescenza poi, il giovane comincia a dubitare di tutto e di tutti, anche di se stesso.
Il gioco degli scacchi avrà sempre più successo se insegnato con amore, dedizione e attenzione e ascoltando chi chiede spiegazioni, non reprimendo, né bocciando le aspettative di chi invece chiede di poter conoscere e comprendere meglio.
L’ IMPAZIENZA
Il discorso del “Voglio tutto e subito” espresso da chi è impaziente di vincere sempre e comunque, è un segnale rivelatore di molta insoddisfazione che si è raccolta strada facendo. Siccome il gioco degli scacchi è un gioco di pazienza e di vigile attesa, l’impazienza, che è uno svantaggio caratteriale, porta poco lontano.
A chi è frettoloso e impaziente, raccomanderei invece di passare molto tempo a studiare le partite dei giocatori più forti e a fermarsi più tempo a cercare le possibili continuazioni delle partite sotto esame
analizzando le varianti con l’ausilio del computer.
Un secondo consiglio è quello di studiare e di risolvere i problemi di scacchi, ma i problemi devono essere di un livello medio-alto.
Astenersi invece dal giocare partite a cadenza veloce, per esempio le partite blitz.
LA RIVALSA PERSONALE
Ecco che gli scacchi con le loro regole schematiche e relativamente semplici, offrono la possibilità di una piccola ma importante rivalsa nei confronti del mondo degli adulti…e il grandissimo successo della fortunata serie televisiva La Regina degli Scacchi, con la piccola protagonista Beth Harmon, può essere spiegato anche così , come la metafora del pedone che va a promozione, con il bistrattato individuo che raggiunge la sua vetta, quando arriva all’agognato traguardo personale e vince la sua partita. Quella della vita, della sua autoproclamazione come il nuovo protagonista, artefice da solo del suo successo.
La storia della Regina degli Scacchi
Un’ orfana, Beth, si riscatta trovando nel gioco degli scacchi quel mondo che sembra averle voltato le spalle. E’ grazie alle infinite possibili strategie che la scacchiera consente che Beth trova la propria chance di rivalsa. La scacchiera come metafora della vita, fatta di attese, di silenzi, di arguzie. Sarà infatti la fantasia immaginifica di Beth – che trova espressione nella scacchiera che lei vede capovolta nel soffitto e su cui costruisce le alternative di gioco – ad ancorarla alla vita.
