Scacchi e QI


Scacchi e QI: esiste davvero una relazione?

La relazione tra scacchi e intelligenza è da sempre stata indagata, a partire dalla considerazione che alcuni dei più grandi scacchisti al mondo hanno un quoziente intellettivo elevatissimo.

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Basti pensare a Bobby Fischer, che nel 1958 totalizzò un punteggio di 180 al test Stanford-Binet.

Ma cosa dice la scienza in merito?

Sono stati molti gli studi dedicati alla complessa relazione tra sviluppo intellettivo e gioco degli scacchi, e la conclusione dei più autorevoli è chiara:

giocare a scacchi può avere un effetto positivo su molte funzioni cognitive, come memoria, concentrazione e soprattutto, il problem solving.

Le aree cerebrali coinvolte

Gli studi neuroscientifici si sono interessati molto dei circuiti neurali coinvolti nel gioco, trovando in primo luogo differenze tra giocatori principianti ed esperti. Uno studio tedesco, ad esempio, ha evidenziato nei giocatori con meno familiarità un coinvolgimento maggiore del lobo temporale, per lo più deputato all’elaborazione delle novità. Viceversa, in giocatori esperti sono stimolate le cortecce frontale e parietale, adibite al recupero di informazioni già archiviate. C’è un sostanziale accordo, comunque, nel ritenere che la corteccia prefrontale abbia un ruolo cruciale nello studio degli scacchi dal momento che quest’area risulta primariamente legata alla pianificazione e al comportamento decisionale.

Scacchi in età scolare: quali benefici per lo sviluppo intellettivo?

Per il loro ruolo nell’apprendimento, oltre che nella prevenzione e nel trattamento di diversi disturbi, in molti paesi il gioco degli scacchi è inserito all’interno delle materie obbligatorie. E’ questo il caso di Spagna, Germania, Francia e Gran Bretagna. Molte evidenze, infatti, suggeriscono che gli scacchi migliorino l’apprendimento scolastico. Ma quali sono i benefici per lo sviluppo intellettivo dei bambini in età scolare? Giocare regolarmente a scacchi ha un impatto su diverse dimensioni cognitive, consentendo lo sviluppo di:

  • capacità logiche: trattandosi di un gioco di problem solving, una partita a scacchi può essere in qualche modo paragonata alla programmazione razionale di un progetto, in cui sia continuamente necessario modificare e adattare le proprie risposte in reazione allo schema logico dell’avversario;
  • concentrazione: giocare richiede attenzione sostenuta, con un focus attentivo sul compito per un certo periodo di tempo. Durante la partita, è necessario valutare simultaneamente diversi parametri, sviluppando al contempo abilità di attenzione divisa;
  • autocontrollo: oltre che un controllo motorio, necessario per pensare accuratamente ogni mossa, gli scacchi sono utili strumenti regolatori delle emozioni;
  • memoria: per migliorare nel gioco è necessario memorizzare schemi e tattiche già giocati, in modo da incrementare le proprie capacità di calcolo astratto ed elasticità mentale;
  • creatività: differentemente da quanto si potrebbe credere il gioco degli scacchi stimola la creatività tramite la necessità, di volta in volta, di trovare soluzioni diverse a nuovi schemi di gioco. Parallelamente, viene promosso uno sviluppo delle capacità intuitive, indispensabili per prevedere le mosse dell’avversario;
  • coordinazione: i pezzi hanno un loro particolare schema di movimento, che allena le abilità spaziali e di coordinazione oculo-motoria.Gli adulti e gli scacchiI benefici psicologici degli scacchi non si fermano solo all’età scolare, ma riguardano in modo evidente anche gli adulti. In primo luogo, giocare regolarmente a scacchi stimola la crescita dei dendriti, con un conseguente aumento della velocità di comunicazione neurale. In altre parole, giocare aumenta la velocità di elaborazione delle informazioni, migliorando le prestazioni cognitive in generale. Gli scacchi sono inoltre un importante allenamento per entrambi gli emisferi: mentre il destro si occupa del riconoscimento degli schemi durante il gioco, il sinistro è principalmente deputato al riconoscimento degli oggetti. L’uso di tattiche e il rispetto delle regole chiama in causa l’azione congiunta degli emisferi, permettendone uno sviluppo sincrono. Tra gli interessanti benefici degli scacchi, una ricerca della Abert Einstein School of Medicine della Yeshiva University ha riportato i dati di uno studio sul declino cognitivo. In quanto esercizio mentale, il gioco sembrerebbe avere un ruolo di prevenzione della malattia di Alzheimer, riducendo significativamente il rischio di demenza e alcuni sintomi ad essa associati. Risultati incoraggianti provengono anche dagli studi che valutano il ruolo degli scacchi nel trattamento di sintomi di depressione, ansia e schizofrenia. Oltre a garantire un migliore sviluppo intellettivo generale, gli scacchi affinano le capacità di risoluzione dei problemi, di pianificazione, di previsione e la fiducia in se stessi.Abilità logico-matematiche: uno strumento pedagogico idealeDa molti considerato uno strumento pedagogico ideale, gli scacchi consentono un incremento significativo delle abilità logico-matematiche, attraverso la continua risoluzione di problemi e la pianificazione strategica necessarie per vincere una partita. La necessità di valutare diverse opzioni, calcolare le possibili conseguenze e adattarsi alle strategie dell’avversario stimolano l’agilità cognitiva e le capacità di problem solving. Dalla comprensione delle regole sottese al movimento dei pezzi, che richiedono conoscenza di principi matematici di base, passando per l’individuazione di schemi e modelli ricorrenti, fino alla stimolazione di abilità di ragionamento deduttivo e induttivo, il gioco aiuta ad affinare competenze fondamentali per lo sviluppo di abilità logico-matematiche di base.
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