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La preparazione agonistica

È possibile definire gli scacchi un gioco “senza tempo” in cui a rivestire fondamentale importanza sono intelletto e strategia.

Un passatempo con origini secolari capace di evolversi, tanto da arrivare a conquistare appassionati molto diversi tra loro come età e interessi.

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Da un paio di decenni si è assistito a un deciso cambiamento nel mondo degli scacchi legato prima all’avvento della tecnologia, poi alla sua crescita esponenziale. Una nuova era che ha offerto ulteriori opportunità a giocatori. A porsi al centro di questa evidente trasformazione si pone l’intelligenza artificiale. Ma l’influenza esercitata dalla tecnologia non è limitata all’utilizzo di software e algoritmi.

Oggigiorno, grazie alle piattaforme di scacchi online chiunque ha l’opportunità di prendere parte a partite e tornei da qualsiasi angolo del globo. Ad avvantaggiarsi del progresso tecnologico sono scacchisti di ogni livello, professionisti inclusi, che possono affinare la preparazione agonistica.

La rivoluzione ha inizio con le scacchiere elettroniche

E’ stata l’integrazione della tecnologia digitale con le classiche scacchiere a dar vita alle cosiddette scacchiere elettroniche. Di cosa si tratta, nello specifico? Di scacchiere che presentano uno schermo interattivo e una luce a LED integrata e sono in grado di regalare un’esperienza inedita, divertente e innovativa agli appassionati.

Ogni mossa del giocatore si riflette nell’interazione in tempo reale tra schermo elettronico e tabellone fisico. Il vantaggio? La possibilità per gli scacchisti di perfezionare le strategie.

Il ruolo dell’AI negli scacchi nella preparazione alle partite

Le scacchiere computerizzate hanno condotto l’esperienza tattile delle scacchiere reali al cospetto dell’era digitale. L’analisi AI integrata e il riconoscimento automatico dei pezzi rappresentano due delle molteplici funzioni delle scacchiere elettroniche. Gli esperti possono così avvalersi di un mix perfetto tra gioco tradizionale e tecnologie innovative. I software di intelligenza artificiale si contraddistinguono per le eccellenti capacità nel calcolare in anticipo un numero incredibilmente elevato di mosse. Ed è proprio questa profonda analisi a consentire allo scacchista di capire quali potrebbero essere gli effetti di ogni singola mossa. In tal modo sono anche in grado di prevedere e anticipare le risposte del rivale.

Motori di analisi scacchistica

Nel 1997 tutto il mondo ha potuto osservare con occhi increduli uno dei migliori giocatori di scacchi della storia, Garry Kasparov, perdere la sfida contro un computer. Un evento che ha cambiato per sempre le prospettive del gioco. Da lì, si sono evoluti i motori scacchistici, ossia i programmi per computer capaci di analizzare le posizioni e decidere, in base a quanto raccolto, quali siano le mosse migliori da compiere. AlphaZero è stato il primo a introdurre il concetto di rete neurale negli scacchi. In seguito, i motori più potenti si sono affidati a tale tipologia di strumento di processamento dell’informazione, riuscendo in tal modo a divenire sempre più potenti. Possono essere ricordati Stockfish, Komodo Chess, Fritz, Houdini Chess e Rybka.

L’evoluzione dei motori scacchistici

Con il passare degli anni i motori scacchistici sono stati alimentati allo stesso tempo da algoritmi sempre più avanzati, sviluppandosi in modo significativo. Si è passati da software come Deep Blue a motori innovativi (due esempi sono costituiti da AlphaZero e Stockfish). Da un lato, i computer sono stati capaci di oltrepassare le capacità di calcolo dell’essere umano. Questo è avvenuto soprattutto prendendo in esame il calcolo delle varianti e l’individuazione delle migliori mosse in posizioni complesse.

Dall’altro, i giocatori in carne e ossa primeggiano ancora oggi per le intuizioni in ambito strategico e per la creatività sconosciuta alle “macchine”.

ChessBase e gli altri database esistenti

Tra i database più famosi dedicati al mondo degli scacchi, a meritare qualche parola è ChessBase. Se quest’ultimo è divenuto un punto di riferimento per molti giocatori, nel tempo altre realtà hanno arricchito il mercato. Uno su tutti è Chess Assistant che, rispetto a ChessBase è più economico, offre un maggior numero di combinazioni di pacchetti e si distingue per la presenza di funzioni di analisi di livello superiore. ChessBase, dal canto suo, si caratterizza per le ricerche più facili, la possibilità di salvataggio, l’offerta di abbonamenti flessibile, l’assoluta mancanza di bug, un supporto superiore e la capacità di caricare i giochi apparsi recentemente nel pacchetto iniziale.

Altro strumento ottimo per chi desidera prepararsi al meglio per una partita o un torneo di scacchi è 365chess. Pur non riuscendo a raggiungere il numero di funzioni e di giochi di ChessBase, ha il pregio di essere uno strumento disponibile online e, soprattutto, gratuito. Gli utenti che desiderano accedere al database devono solamente attivare un account. Apprezzata è anche la possibilità di filtrare le partite in base al giocatore.

L’influenza esercitata dalla psicologia

A occuparsi per la prima volta di psicologia umana nell’ambito del gioco degli scacchi è stato l’Istituto di Psicologia di Mosca. L’occasione per farlo? Il Torneo di Mosca, svoltosi nel 1925. I risultati della ricerca hanno evidenziato come proprio la psicologia fosse risultata determinante per l’esito della competizione. Purtroppo, la stessa ricerca non indicava in che modo era possibile evitare sviste o errori. Nei decenni sono stati portati avanti nuovi studi, effettuati sia da psicologi che da scacchisti. Protagonisti delle ricerche erano i fattori emotivi (e le tecniche per controllarli), i difetti nell’attenzione e ulteriori fattori in grado di condizionare in modo negativo i processi logici di chi gioca a scacchi.

Psicologia e strategia

Prepararsi agonisticamente non vuol dire unicamente esercitarsi sulla scacchiera, reale o elettronica che essa sia. A esercitare ruolo non indifferente, in un gioco che non può prescindere dalla strategia e dalla capacità di anticipare e prevedere le mosse dell’avversario, è la psicologia. Eppure, si tratta di un fattore troppo spesso sottovalutato.

Un numero non indifferente di scacchisti è solito concentrarsi sullo studio di aperture e finali. Questo li porta a non prendere coscienza di quali siano, dal punto di vista psicologico, i propri punti di forza e le debolezze. Eppure attenzione, volontà e concentrazione sono elementi molto importanti. È prioritario anche attribuire il giusto ruolo alle emozioni per poter raggiungere un livello più alto nel momento in cui ci si trova ad affrontare le competizioni.

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